giovedì 31 gennaio 2008

Zaha Hadid

Oggi voglio parlare di questa signora:



















E'
Zaha Hadid, conosciuta in tutto il mondo per le sue architetture fluide ed affusolate.
Reggio Calabria - Museo del Mediterraneo (in corso d'opera)

Reggio Calabria - Centro Polifunzionale Lungomare (in corso d'opera)

Irachena cittadina britannica, è stata scelta come la vincitrice per il 2004 del premio di architettura Pritzker Prize.
Per la prima (e attualmente anche unica) volta in 26 anni di storia del premio, è una donna a vincere.
Cos'è il
Pritzker Prize? E' definito il Nobel dell'architettura: ogni anno infatti, secondo procedure del tutto simili a quelle del Premio Nobel, viene premiato un architetto vivente "la cui opera dimostri una combinazione di quelle qualità di talento, visione ed impegno che producono contributi consistenti e significativi per l’umanità e l’ambiente".

Mi piace il suo stile.
Riesce a smaterializzare e rendere quasi impercettibile tutto ciò che crea.
Le forme plastiche e dinamiche che utilizza conferiscono alle sue creazioni una valenza "scultorea" da cui è difficile non rimanere affascinati.
Stazione TAV di Afragola - esterno ed interno

C'è chi critica la sua ripetitività e chi l'accusa di aver creato uno stile che ormai è diventato il suo "unico stile", poco predisposto a nuove soluzioni e fin troppo riconoscibile.
Anch'io trovo un po' "monotono" fossilizzarsi troppo su un unico tratto distintivo, ma apprezzo molto quello che crea e non mi sento di criticarla.
Ha portato/porta la sua firma in tutto il mondo, lavorando sia da sola che a fianco di architetti già di fama internazionale.
Tra le varie partecipazioni voglio menzionare quella insieme a Tadao Ando, Frank Gehry e Jean Nouvel al colossale progetto di un'isola artificiale (Saadiyat Island - Isola della felicità) ad Abu Dhabi (Emirati Arabi), la cui inaugurazione è prevista per il 2012.
L'isola conterrà
un complesso di teatri per concerti e spettacoli (Hadid), un Museo d’Arte Classica (Nouvel) ed un museo del Mare (Ando) .
Alcune immagini del progetto della Hadid:

Ma il suo talento non si limita all'architettura. Porta il suo stile slanciato e dinamico anche nel campo del design, della moda e dell'arte.














La collezione di posate
Zaha



















Il lampadario Vortexx (visto il prezzo, una vera opera d'arte: 150.000€)


Aspetto con ansia il suo prossimo lavoro, chissà cosa bolle in pentola?

K.

lunedì 28 gennaio 2008

Mimi wo sumaseba

Dopo tanto tempo ho rivisto Mimi wo Sumaseba - Il sussurro del cuore, una produzione non molto famosa dello Studio Ghibli datata 1995. La regia è del compianto Kondo, mentre la sceneggiatura porta il nome del grande maestro Miyazaki. La colonna sonora non è affidata a Joe Hisaishi ma a Yuji Nomi, che comunque si comporta benissimo. (^_-) Questa è una delle poche volte in cui lo Studio non tratta argomenti fantastici o magici, e anche per questo ha il suo fascino. Come nelle precedenti (e successive) produzioni Mimi wo sumaseba ci lascia alla fine con un messaggio, e lo fa con una storia semplice e allo stesso tempo ricca di chiavi di lettura, sia per i più piccoli che per i più grandi. Infatti (per chi non lo sapesse) l'animazione nipponica è destinata non solo ai bambini ma anche (e spesso principalmente) agli adulti. Per chi è vissuto con un Disney e non si è mai avvicinato all'animazione giapponese è facile confondere le due produzioni: sono entrambi disegni animati. Tuttavia nel caso di quest'ultima mi sento di poter dire che il "cinema d'animazione" non è un genere a se stante, quanto una tecnica alternativa alla ripresa dal vivo. Spesso le storie sono così profonde e complesse che un bambino non è in grado di capirle...e di conseguenza apprezzarle. Nel caso di Mimi wo sumaseba la storia è molto semplice e si presta all'intrattenimento di tutte le fasce d'età. E' una storia genuina...di amore, poesia, musica. La cura dei dettagli è la solita di sempre: dalla cassetta per le lettere agli scenari, tutto è curato con estrema attenzione, con particolare riguardo ai fenomeni atmosferici: l'alba, il tramonto, la pioggia, la nebbia. Semplici e quotidiani momenti che tutti noi viviamo ma su cui il film si sofferma per dare vita a una serie di emozioni che i protagonisti scoprono per la prima volta.
La storia

Shizuku è una giovane studentessa delle medie, fortemente interessata alla lettura che si pone come obiettivo quello di leggere 20 libri durante le vacanze estive. Nel noleggiarli alla biblioteca si accorge però che nella tessera del noleggio ricorre sempre un cognome: Asegawa.
Questo la porta a fantasticare su chi sia questo ragazzo. Un giorno, durante il suo consueto pellegrinare verso la biblioteca, incontra sul treno uno strano gatto e decide di seguirlo; il felino la conduce (per caso o per destino?) in un quartiere ordinato e silenzioso ed entra in un negozio di antiquariato.
Il propretario e Shizuku si conoscono e l'ometto mostra alla ragazza alcuni dei tesori del suo negozio, tra cui uno strano orologio e la statuetta di un gatto antropomorfo che chiama Barone. Shizuku fa anche la conoscenza di Seiji , un ragazzo che continua a prenderla in giro, ma che scoprirà presto, ama tantissimo la musica e il vero obiettivo della sua vita è quello di diventare un bravo costruttore di violini. L'amicizia di Shizuku e Seiji si rafforza sempre più finché lui parte per un tirocinio di due mesi per imparare a costruire violini e Shizuku promette a se stessa di testare le sue abilità scrivendo di suo pugno un romanzo.


La mia opinione: a prescindere dal film in sé per sé che mi ha lasciato davvero buone impressioni già dalla prima volta, devo dire che averlo ripreso dopo essere stata in Giappone ha tutto un altro sapore. Come è stato per Lost in translation (per poco non mi strappava la lacrimuccia XD) e altri film ambientati in Giappone, anche questo mi ha fatto rivivere tante emozioni che penso non dimenticherò mai (*_*) Tutti i dettagli che prima non notavo o che consideravo "scontati"...ora li vedo con altri occhi (-_-)" Le metro soporifere, le insegne geroglifiche, il ramen, i futon, i cestini per la raccolta differenziata, gli onnipresenti grovigli di fili... Gli anime sono davvero uno specchio fedele della realtà nipponica... Penso che dipendano l'uno dall'altro: i giapponesi non sarebbero come sono se la cultura del fumetto e dell'animazione non fosse così radicalmente presente nella loro vita, e vicersa.
IMHO anime e realtà ci insegnano insieme a vivere. Io personalmente ho imparato molto da entrambi e come a volte mi capita di immedesimarmi in una canzone, spesso mi ritrovo ad essere la protagonista di un film (^_-) Il messaggio del film non è altro che questo: come vivere la vita e costruire il proprio futuro. Ognuno di noi ha provato almeno una volta quello che nel film è descritto in modo davvero semplice: avere paura di sbagliare, vedere un futuro incerto, sentirsi inferiore a qualcuno, innamorarsi e non essere sicuri dei propri sentimenti, impegnarsi in qualcosa e temere che non sia la strada giusta. E poi c'è la musica : se negli altri Ghibli è un "contorno", qui fa da protagonista. E' grazie alla musica che i due ragazzi si conoscono e diventano amici. E' grazie alla musica che Seiji può realizzare il suo sogno. E ancora tanta nostalgia dentro di me per non aver realizzato uno dei miei sogni da sempre: suonare uno strumento. Non passa giorno che non provi a suonare note invisibili su un qualunque supporto rigido...quaderni, panchine, pali TT__TT Chissà un giorno... Vi lascio con il tema principale del film, il pezzo country Country Road di John Denver, che Shizuku cerca di interpretare e tradurre.

Country Road
(Kantorii Roodo)

Hitori botchi
Nessuno al mio fianco
Osorezu ni. Ikiyou to yume mite ta
Ma senza paura. Cosi vivevo nel mio sogno
Amishisa oshikomete, tsuyoi jibun wo mamotte ikou
Devo abbandonare la solitudine, andare avanti, trovando in me la forza
Kantorii Roodo...
Country Road...

Kantorii Roodo, kono michi, zutto yukeba
Country Road, seguendo te, io sento che
Ano machi ni tsuduite ru
Posso ritornare alla mia città
Ki ga suru Kantorii Roodo
Per questa via, Country Road.
Donna samishii toki datte
Non importerà se sarò triste
Kesshite namida wo misenaide
Non mi vedrai piangere senza motivo.
Kokoro nashi ka hochou ga.
So che dovrò farmi forza.
Hayaku natte iku.
Non potrò far altro che guardare avanti.
Omoide kesu tame.
Solo così potrò dimenticar.

Kantorii Roodo, kono michi...
Country road, seguendo te...
Furusato he tsuduite mo
Potrei tornare a casa
Boku ha, ikanai sa.
Ma tu sai che non lo farò.
Ikenai, Kantorii Roodo.
Non partirò, Country Road.

Kantorii Roodo, ashita ha...
Country road, è gia domani...
Itsu mo no boku sa.
a sono sempre qua.
Kaeritai, kaerenai
Vorrei tornare, ma non posso.
Sayounara...
E' un addio...
...Kantorii Roodo
...Country Road.

domenica 27 gennaio 2008

Benvenuti!

Ciao a tutti!
Utilizzerò questo spazio per scrivere quanto più possibile su una delle mie più grandi passioni: il Giappone.
Il mio interesse per questo Paese nasce nei lontani (e mitici) anni '80, quando da bimbetta inizio a guardare i "cartoni animati" (ma ricordiamoci sempre che i cartoni animati giapponesi hanno un nome ben preciso, ed è anime XD).
Quanto ho pianto per La fantastica Mimì e L'uomo tigre!! XDD
Dopo anni sono passata dagli anime ai manga (sono i fumetti giapponesi, per chi non lo sapesse XD), da cui ho imparato ancora di più sulla società nipponica.
In effetti, avendo toccato con mano (10 - 23 Agosto 2007, data che ricorderò per tutta la vita), posso assicurare che le differenze tra vignetta e vita reale sono m i n i m e.
Con i manga e gli anime la curiosità per questo Paese è diventata sempre più grande.
Ad ogni anime visto o manga letto sono sempre seguite tante domande e soprattutto la voglia di conoscere le risposte.
Il non sapere mi uccide XD
Così ho esteso il mio interesse anche alle tradizioni, alla musica, al cinema.
Ascoltando la J-music e guardando gli anime in lingua originale mi sono resa conto di quanto sia affascinante e armoniosa questa lingua, a differenza della monosillabica cugina cinese XD
Lingua a cui ho poco tempo da dedicare, e penso mi ci vorrà parecchio per raggiungere solo il livello base XDD

"Ma che paxxe parli sempre di Giappone?!?" diranno i miei fan non otaku XD
Tranquilli, cercherò (e sottolineo cercherò) di spaziare anche su altri argomenti, in modo da coinvolgere anche chi di Giappone ne ha abbastanza XD
Ergo architettura, design, programmi di grafica (slurp), cinema e musica non orientali, disegno e blabblate varie.
Quindi Grimreapers non preoccupatevi, parlerò anche di voi! Haha
Bene, da Bologna è tutto, passo e chiudo! (^_-)